Bis osteria contemporanea: l’anima gourmet di Colle di Val d’Elsa
- Redazione
- 29 mag
- Tempo di lettura: 3 min
di Silvia Assunti
A Colle di Val d’Elsa, nel cuore di una Toscana che sa ancora stupire, c'è un luogo che non offre solo piatti unici ma anche emozioni indimenticabili. Al Bis, ogni dettaglio è pensato per sorprendere: dalla sala interna con vista mozzafiato, all’accoglienza raffinata, fino ai sapori che celebrano la tradizione con un tocco contemporaneo. Scoprilo insieme a noi.

Arnolfo non è solo un nome, ma anche un’identità per Colle di Val d’Elsa e i suoi abitanti. Arnolfo rappresenta, infatti, un passato storico di grande pregio. Architetto, urbanista e scultore del XIII secolo, Arnolfo ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte italiana contribuendo al rinnovo architettonico di Firenze con i lavori per la Basilica di Santa Croce, il Duomo nonché Palazzo Vecchio.
Oggi, però, Arnolfo evoca anche l’eccellenza gastronomica grazie allo chef Gaetano Trovato, e al suo ristorante due stelle Michelin, simbolo di un connubio perfetto tra cucina e cultura.
BIS, un nuovo capitolo
Dal 2022 il celebre ristorante ha trovato una nuova location panoramica e, negli spazi storici di Arnolfo è nato un nuovo progetto: BIS Osteria Italiana Contemporanea. Un nome e un luogo che racchiude lo spirito di una cucina moderna e conviviale, fa viaggiare gli ospiti da nord a sud, reinventando la tradizione con garbo e intelligenza.
Convivialità e buon cibo: l’accoglienza è un’arte
A guidare BIS sono Alice Trovato e Cosimo Cucini padroni di casa appassionati ed eleganti, capaci di rendere l’esperienza gastronomica calda e autentica. L’ambiente è curato, moderno impreziosito dalle fotografie di Nicola Bertellotti e dai celebri cristalli lavorati a mano di Colle Val d’Elsa.
I 40 coperti offrono comfort e intimità con una terrazza estiva e una sala panoramica che regalano una vista spettacolare sulle colline colligiane.


Servizio attento e mai invadente, la mise en place curata e moderna è il preludio alla cucina dalla semplicità ricercata dello chef Alessandro Calabrese.
Con un menù stagionale, lo chef interpreta le tradizioni italiane con tecnica e fantasia, ogni piatto costruito ad arte con materie prime selezionate con rigore e freschissime.
Il menù, tra creatività e memoria
È possibile optare sia per il menù à lá carte che per il percorso degustazione, un viaggio in cinque tappe tra “condividere”, “scarpetta”, un primo piatto, una specialità italiana e un dessert.
Da quando ha aperto le porte al pubblico, ho avuto l’occasione di provare la cucina del BIS svariate volte ed è sempre stata un’esperienza indimenticabile. Eppure, solo durante l’ultima visita ho deciso di provare per la prima volta il percorso completo - a differenza del mio compagno, ottima forchetta, io mangio di meno. Ho una confessione da fare: con le mie allergie e il piano alimentare che seguo, metto sempre alla prova la cucina. Nonostante questo, lo chef Calabrese è riuscito ad adattare i piatti alle mie esigenze con grande professionalità e il congruo preavviso!
Il menù degustazione di primavera: un viaggio tra stagioni e sapori
La cena si è aperta con la “scarpetta”, una deliziosa passatina di ceci tiepida, finocchietto selvatico e mela verde accompagnato dal cestino di pane, che merita una menzione speciale. Grissini, pagnotta al lievito naturale e focaccia direttamente dal forno dell’Arnolfo, uno dei prodotti iconici di Gaetano Trovato.


Il “condividere”, inno alla varietà della cucina italiana: Millefoglie di patata rossa e maionese al parmigiano, Polpetta “cacio e ova” gratinata, Piadina insalata russa, rucola e mandorle pralinate, Pane al cacao, burro montato e sgombro e, per concludere, la Gota cotta di Colle Val d’Elsa e insalatina di carciofi. Ogni assaggio una piacevole sorpresa per equilibrio e identità sebbene il boccone pane al cacao, burro montato e sgombro abbia unito dolcezza e sapidità alla perfezione.

Il primo piatto per me è stato una girella gratinata, ricotta di pecora, zucchine e menta: un tripudio di sapori con la pasta fresca fatta a mano, la croccantezza data dal fiore di zucca fritto e la freschezza della salsa di menta e zucchine.
Il mio compagno, invece, ha optato per i fusilli con ragù di anatra e piselli, piatto tradizionale ma reinventato con leggerezza e profondità di gusto.


A seguire, asparagi con frittata di uovo Bio e tomino di Angela Saba per me, mentre lui ha scelto i Saltimbocca alla romana, favette e cipollotto fresco.


Il gran finale? Fragole in purezza per me e maritozzo fragole e fiori di sambuco per lui. Un dolce a chiudere un percorso ricco di sapori e sensazioni, ma ciò che resta dolce più di tutto da BIS è il ricordo.

BIS, dove la tradizione incontra l’innovazione culinaria
Da BIS non si esce mai affamati, ma si ha solo voglia di tornare. Una cucina che nutre non solo il corpo, ma anche lo spirito.
In un borgo ricco di storia e arte BIS rappresenta un ponte tra classicità e presente, un luogo in cui cultura del cibo e cura dell’accoglienza formano un connubio perfetto per il palato e l’anima.