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Agricola Gotti, sulle colline di Recco: il vino che nasce in verticale

di Alessandra Penco


Fare vino in Liguria è un gesto controcorrente. Farlo sui terrazzamenti di Recco, è una dichiarazione d’amore. Qui, dove la costa si fa ripida e la terra si arrampica verso il cielo, tre amici hanno scelto di mettere radici. Non è una terra facile, quella che circonda Recco: è aspra, scoscesa, a tratti inaccessibile. Ma è proprio qui che nasce Agricola Gotti, un progetto agricolo che fa della difficoltà una forza, e del paesaggio una guida.


Agricola Gotti foto credits
Agricola Gotti foto credits

L’azienda prende forma nel cuore della Riviera di Levante, in un punto in cui lo sguardo spazia dal verde dei terrazzamenti al blu del mare. Non esistono scorciatoie: ogni vigna va raggiunta a piedi, ogni filare va curato con le mani, ogni grappolo è il frutto di una relazione costruita nel tempo. In un luogo dove anche solo camminare tra le viti richiede equilibrio, fare vino diventa un atto di resistenza gentile.

Dietro al progetto ci sono tre persone, ciascuna con una competenza diversa, ma unite da un’idea chiara: produrre un vino che non sia solo buono, ma che racconti una storia. C’è chi conosce la vite come una vecchia amica e ne interpreta i segnali, chi guida il progetto con concretezza e determinazione, e chi trasforma ogni bottiglia in racconto, creando un ponte tra il lavoro nei campi e chi quel vino lo beve, magari senza conoscere il paesaggio da cui proviene.



La prima scelta, forse la più importante, è stata quella di non forzare nulla. Agricola Gotti ha recuperato antichi terrazzamenti abbandonati, rispettando la struttura originaria del paesaggio, senza alterarlo. La viticoltura che ne è seguita è stata fin da subito manuale, sostenibile, lenta. Un modo di lavorare che non guarda alla quantità ma alla qualità delle relazioni: con la natura, con il territorio, tra le persone che animano il progetto. Ogni vendemmia è una conquista, ogni bottiglia racchiude mesi di fatica, osservazione, ascolto. E il risultato è un vino che parla — davvero — del luogo da cui proviene. Nei profumi, nei sapori, ma soprattutto nell’intenzione. Non si tratta solo di fare un prodotto, ma di custodire una visione, e condividerla.



In un’epoca in cui l’agricoltura rischia spesso di piegarsi a logiche produttive aggressive, Agricola Gotti sceglie il passo lento, l’adattamento, il radicamento. Il risultato è un vino che somiglia a chi lo fa: onesto, profondo, testardo. Ma anche poetico, in un certo senso. Perché ogni bottiglia è un invito a riscoprire un’idea diversa di bellezza: più ruvida, più autentica, più verticale.



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Magazine nazionale di gastronomia e cultura.
Un progetto editoriale indipendente che racconta il cibo come espressione di identità, territorio e immaginario collettivo.

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