Il Genoa e le sue radici europee: storie di sport, memoria e identità tra i viali di Staglieno
- Redazione
- 4 giorni fa
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di Romina Buonanno
C’è un filo rosso che lega Genova all’Inghilterra, il porto al football, la memoria collettiva alle tombe monumentali di Staglieno. Un filo fatto di storie, passaggi, identità condivise. Durante la Settimana Europea dei Cimiteri Storici, questo legame prende forma in un tour speciale: un percorso tra le lapidi e i nomi di chi ha fatto la storia del Genoa, la squadra più antica d’Italia. Più che una visita, un attraversamento. Per riscoprire ciò che resta: gesti, ricordi, simboli. E una città che continua a raccontarsi anche nel silenzio.

È il 1869 quando l’apertura del Canale di Suez cambia per sempre la geografia dei commerci. Il porto di Genova diventa una tappa fondamentale per i traffici con l’Inghilterra, e la comunità britannica – già numerosa in città – si rafforza. Genova si trasforma. Crescono industria, cultura, sport. E crescono sotto il segno dell’influenza inglese. Settant’anni dopo la nascita del Genoa Cricket and Athletic Club, fondato nel 1893 da una trentina di sudditi di Sua Maestà riuniti nel consolato britannico di via Palestro, molte di quelle figure sono ancora parte della memoria cittadina. Alcune lo sono in modo invisibile ma tangibile, proprio come i nomi incisi sulle tombe monumentali del Cimitero di Staglieno.
La squadra più antica d’Italia, il cimitero più simbolico di Genova
Il Genoa Cricket and Football Club – nome che il club assume dopo l’ammissione dei primi soci italiani su proposta di James Spensley – è oggi la squadra più antica del Paese, e unica tra le sette fondatrici della Federazione Italiana Football ancora in attività. Una storia che parte dall’Inghilterra, passa per Genova, e affonda le radici anche a Staglieno. Ed è proprio tra i suoi viali che, in occasione della Settimana alla scoperta dei Cimiteri Europei prende vita un tour speciale realizzato insieme al Cimitero Monumentale: un percorso guidato alla scoperta delle storie di dieci figure legate al Genoa e alla città, sepolte proprio qui.
Tra sport, aneddoti e memoria: dieci storie da riscoprire
Accompagnati da storici esperti, i partecipanti potranno seguire un itinerario che unisce calcio, arte e identità, attraverso i volti di chi ha segnato – sul campo e fuori – la storia ultracentenaria del Genoa.
Tra le tappe del tour:
George Davidson, presidente del Genoa dal 1913 al 1920, figura centrale nella “italianizzazione” del club, legato anche al mondo del ciclismo.
Giovanni De Prà, portiere campione d’Italia nel 1923 e 1924, 19 presenze in nazionale e una tribuna a Marassi che porta il suo nome.
Hermann Bauer, primo presidente vincitore di un campionato e il più giovane della storia del club.
Ottavio Barbieri, atleta completo e podista, che vanta 21 partite in nazionale e una brillante carriera da allenatore.
Edoardo Catto, miglior marcatore della storia rossoblù.
Ernesto De Galleani, Enrico Pasteur (la cui sepoltura è stata identificata di recente) e Edward Algernon Le Mesurier, tra i fondatori meno noti ma più affascinanti.
Proprio Le Mesurier, nato ad Ancona ma legato profondamente a Genova, fu tra gli attori principali del trasferimento delle tombe inglesi da San Benigno a Staglieno. Banchiere, scrittore, storico, pubblicò nel 1889 una guida dal titolo “Genoa. Her history as written in her buildings” che racconta Genova attraverso la sua architettura. Riposa oggi accanto alla moglie nel Cimitero degli Inglesi, parte integrante del complesso monumentale.
La memoria come patrimonio europeo
Il Cimitero Monumentale di Staglieno non è solo un luogo di sepoltura: è un museo a cielo aperto, uno spazio che custodisce le tracce del passato e restituisce senso di appartenenza.
Per questo, ogni anno, aderisce alla Settimana alla scoperta dei Cimiteri Storici Europei, promossa da ASCE (Association of Significant Cemeteries in Europe), con eventi, visite guidate e iniziative speciali.
Il tour dedicato al Genoa è solo uno dei tanti appuntamenti pensati per riscoprire storie e simboli, intrecciando memoria locale e orizzonte europeo. Perché raccontare la storia di una squadra è, in fondo, anche raccontare la storia di una città.
E Staglieno – con i suoi viali silenziosi, le sculture monumentali, le lapidi che parlano di arte, sport, politica e vita vissuta – è il luogo ideale dove farlo.