Torino incontra Damasco: la storia di Eria Cinque Petali
- Redazione
- 27 ago
- Tempo di lettura: 3 min
di Giorgia Casti
Nel cuore di San Salvario, a Torino, c’è un luogo che racconta una storia di coraggio, famiglia e tradizione: Eria Cinque Petali. Nato dall’intuizione di Raiaan, il ristorante porta in tavola i profumi e i sapori autentici della Siria, trasformando ogni cena in un viaggio culturale e sensoriale

La storia di Raiaan
«Mi chiamo Raiaan, sono siriana e vivo a Torino da dieci anni». Con queste parole inizia il racconto della fondatrice di Eria Cinque Petali, ristorante siriano nel cuore del quartiere San Salvario. La sua storia non nasce dalla ristorazione: prima di arrivare in Italia faceva l’accompagnatrice turistica. Una volta a Torino, però, tutto è cambiato: «non sapevo cosa poter fare. Sono sempre stata creativa, amavo cucinare. È nata questa idea e quando mi hanno proposto di gestire un locale ho accettato subito»
All’inizio la sua cucina era un incontro tra Italia e Siria: piatti familiari accanto a specialità levantine, per avvicinare i torinesi a gusti nuovi. Col tempo, però, i sapori siriani hanno preso sempre più spazio fino a diventare i veri protagonisti. «Adesso sono fiera di tutto ciò che abbiamo fatto. Cuciniamo molto con verdure, legumi, riso e grano. È una cucina sana, adatta a tutti»
Un angolo di Damasco a Torino
Non è solo il cibo a rendere speciale Eria Cinque Petali. A colpire chi varca la soglia è l’atmosfera: le vie strette del quartiere ricordano a Raiaan quelle della sua città natale, Damasco, e la terrazza del ristorante — coperta da un glicine che in primavera esplode di colori — è diventata un vero simbolo del locale. «Siamo diventati famosi proprio per la nostra terrazza. È un luogo che racconta tanto di noi e della nostra idea di accoglienza»

Una cucina inclusiva
Il menù è costruito per soddisfare gusti ed esigenze diverse: tantissimi piatti vegetariani, opzioni vegane e portate senza glutine. Chi vuole assaggiare un po’ di tutto può ordinare il piatto di antipasti misto, dove hummus, babagannoush, felafel e altre specialità permettono di scoprire l’anima della cucina levantina.

Cocktail dall’animo chimico
C’è anche un lato creativo che va oltre i piatti, ovvero quello dei cocktail. Grazie all’esperienza di uno dei figli di Raiaan, studente della facoltà di chimica, sono nati drink unici preparati con sciroppi di rosa, datteri, tamarindo o gelsi. «Ogni cocktail porta il nome di una città siriana. Il Damas, con sciroppo di rosa, richiama Damasco, la mia città» Per quanto riguarda vini e birre, invece, la scelta cade spesso sul vicino Libano, rinomato per la sua produzione.
Un progetto familiare e culturale
Eria Cinque Petali non è solo un ristorante, ma un progetto familiare: Raiaan ha quattro figli che l’aiutano nella gestione e un team di otto giovani dipendenti part-time, per lo più studenti che portano energia e passione. Il locale è anche uno spazio culturale: durante l’anno si organizzano eventi come presentazioni di libri, mostre, serate a tema e appuntamenti di musica e balli tradizionali.
Un viaggio che continua
Le materie prime, racconta Raiaan, non sono sempre facili da trovare. Ma la difficoltà non ferma la sua voglia di portare in tavola la Siria, con autenticità e amore. E così, tra i piatti condivisi, un bicchiere di cocktail al gelsomino e una serata di danza, Eria Cinque Petali diventa un viaggio: un ponte tra Torino e Damasco, fatto di storie, persone e sapori.







