Madama Piola: il confine torinese dove nasce una nuova cucina di quartiere
- Redazione
- 2 giorni fa
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di Marta Zanetta
Entrare da Madama Piola significa scoprire una Torino diversa. «Siamo in San Salvario, ma non siamo in San Salvario, siamo in centro, ma non siamo in centro. Siamo nella terra di mezzo. La città della Signora degli Anelli» racconta Luca , proprietario del locale. È qui che prende forma una piola moderna, un ponte tra le radici piemontesi e un’idea profondamente personale di ristorazione.

Perché “Madama Piola”
Il nome rivela subito la doppia anima del locale. «Piola, perché volevamo un ristorante piemontese che riprendesse le nostre tradizioni, ma in chiave più mangiabile rispetto alle piole di quando ero bambino. Madama, per due motivi: siamo vicini a Madama Cristina, e poi un po’ di presunzione c’era. Madama Piola in piemontese significa Signora Piola. Noi volevamo proprio trovare – e creare – una signora piola.»
Il locale e l’inizio dell’avventura
Prima, in questi spazi, si erano succeduti altri ristoranti «simili per impianto». La nuova avventura nasce ufficialmente il 25 settembre 2019, ma l’idea era già chiara nella mente di Luca, che arriva da un percorso professionale totalmente diverso. «Non ho mai fatto questo mestiere. Arrivo dal mass market, ma ho sempre avuto una passione per food, beverage e vino. Non lo avrei mai fatto senza qualcuno del mestiere. L’ho trovato per caso, attraverso amici. Era chef di un ristorante stellato fuori Torino. Gli dissi: “Dovresti avere un posto a Torino”. All’inizio sembrava impossibile, poi un giorno disse: “Un ristorante piemontese non c’è più potremmo farlo noi”. Ed eccoci qui.»
La visione: una piola moderna immaginata dal cliente
Luca descrive l’intero progetto come il risultato di un pensiero semplice: Come vorrei sentirmi quando vado a mangiare fuori? «Da cliente ho pensato a tutto: luci, mise en place, carta dei vini, menù. L’idea era creare il ristorante in cui avrei piacere di sedermi.» E uno degli elementi più caratteristici è il bancone attorno alla cucina, molto amato dagli appassionati di cucina dal vivo. «È sempre stata una mia fissa. Al bancone non è scomodo, anzi: si vede lavorare la cucina. Non abbiamo i mangiatori di fuoco, eh, ma è una serata diversa.»
La carta dei vini: solo Piemonte, solo cantine piccole
Tra le scelte più distintive compiute dal proprietario c’è la definizione della carta dei vini: «sono tutte cantine piccole, poco conosciute. Qui è facile trovare vini eccellenti, basta avere pazienza e cercare. Abbiamo una selezione di qualità medio-alta con prezzi accessibili. È esattamente ciò che volevamo.»
Il servizio: aperti solo la sera, tranne nei weekend
Madama Piola è aperto solo a cena, con eccezione del sabato e della domenica, quando apre anche per colazione. Lo staff è giovane: «Tra sala e cucina siamo in 10 o 11, me compreso.» Il locale dispone di due sale interne e di un dehors esterno.
Premi e impegno sociale
Tra i riconoscimenti spiccano quelli legati a Azione contro la Fame, iniziativa sostenuta da Michelin.
«Dal 15 ottobre al 13 dicembre raccogliamo piccole donazioni volontarie dei clienti. Ogni centesimo va a chi soffre la fame.»
Festività e chiusure
A Natale e Capodanno il locale resta chiuso. «Vogliamo festeggiare con le nostre famiglie. E ci prendiamo anche una settimana di respiro a gennaio.»
Un menù che rispetta le stagioni, ma non rinuncia ai classici
«Il bollito non lo togliamo mai, nemmeno ad agosto. Arriva gente in bermuda e infradito a mangiarlo.»
Accanto ai piatti iconici, il menù ruota con le stagioni: selvaggina in inverno, verdure fresche in estate, flan e vellutate secondo disponibilità.
Il cliente ideale? Tutti.
«Non c’è un cliente ideale e non voglio che ci sia. Chiunque abbia voglia di stare bene è il benvenuto.»
Progetti futuri
Sulle prospettive future, Luca mantiene lo stile sabaudo che lo caratterizza.
«Nessuna chiusura a nulla, ma stiamo bene dove siamo.»














