Cosenza, la città della magia dei vicoli e dei voti, dove le leggende danzano con la realtà
- Redazione
- 23 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 28 mag
di Anna Ossequio
Dai monumenti storici della città vecchia, che raccontano segreti dimenticati, al frizzante e moderno corso Mazzini, ogni angolo di Cosenza è un racconto bizzarro, come un passaggio nella storia.
Cosenza, Cusenza per noi, è l'antica città dei Bruzi. Sulla cartina è nel cuore della Calabria settentrionale, nella valle del fiume Crati, dove le acque si uniscono al Busento e dove la città si presenta con il suo centro storico, conosciuto come Cosenza Vecchia. Qui, su antichi insediamenti collinari la città si adagia su 7 colli: dal Pancrazio ai suggestivi Guarassano, Torrevetere, Gramazio, Triglio, Mussano e Venneri.
Spesso chiamata l'Atene italiana, Cosenza è stata la capitale dei Bretti e offre un affascinante connubio di storia e modernità. A 238 metri sul livello del mare, la nostra città vanta una posizione privilegiata: a soli 20 minuti dalle incantevoli coste tirreniche cosentine e altrettanto dalla meravigliosa zona montuosa della Sila.

Il dialetto cosentino? È conosciuto localmente come cusintinu, ed è considerato una variante estrema dell'italo-romanza. Sebbene venga parlato in città, del suo storico idioma rimane ben poco, se non per le peculiarità nella pronuncia delle vocali, e da un'intonazione particolare, definita "a strascico", che si manifesta come un lieve lamento alla fine delle frasi. Questo tratto distintivo conferisce al dialetto un tono unico e melodioso, rendendolo facilmente riconoscibile.
Passeggiando per le strade di Cosenza, ci si imbatte in una miriade di edifici storici e chiese che raccontano storie di un passato glorioso. Il meraviglioso Duomo, situato nel cuore del centro storico, è un capolavoro che unisce stili romanico, gotico e barocco, risalente al 1222. Al suo interno si trova il prezioso quadro votivo della Madonna del Pilerio (del Pilastro), una reliquia dedicata alla patrona della città di Cosenza e anche due importanti sarcofaghi: quello di Enrico VII di Hohenstaufen e quello della Regina di Francia Isabella d'Aragona. Da non perdere, inoltre, il Castello Svevo, eretto intorno all'anno 1000, che svetta in posizione sopraelevata, regalando panorami mozzafiato.Ma non è solo il passato a catturare l'attenzione: il maestoso ponte di Calatrava, è una recente e imponente opera di ingegneria moderna che si erge come un simbolo di progresso e innovazione, creando un affascinante contrasto con le antiche vestigia della città.

Il corso principale della città, Corso Mazzini, è un vero e proprio museo a cielo aperto, dove il MAB, il museo all'aperto contemporaneo, invita a riflettere sull'arte moderna, mentre la galleria nazionale e il museo dei Bretti e degli Enotri offrono un tuffo nella storia e nella cultura di questa terra straordinaria. Piazza XV Marzo nel centro storico è un luogo incantevole e simbolico di Cosenza vecchia, dove il tempo sembra essersi fermato. Al centro della piazza svetta maestoso il monumento dedicato a Bernardino Telesio, illustre filosofo e figura centrale nella storia della nostra città. Attorno a lui si affacciano edifici di straordinario valore culturale e architettonico, come il prestigioso Teatro Rendano, l’Accademia Cosentina, il Palazzo Sersale-Telesio, il Palazzo del Governo e la suggestiva Villa Vecchia, ognuno con la propria storia da raccontare.Da qui si snoda Corso Telesio che attraversa il centro storico, un autentico biglietto da visita della mia amata città antica e lungo questo corso, si possono scoprire veri e propri tesori: Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale, piazza Parrasio sulla quale si erge il Museo Diocesano, che custodisce preziose opere d’arte sacra, il palazzo dell’Arcivescovado, sede della Diocesi Cosenza-Bisignano e il Seminarium Consentinum, il Seminario Arcivescovile Cosentino che Aniello Calcara, un arcivescovo che il 1943 dopo un bombardamento decide di procedere alla costruzione di una nuova struttura destinato al Collegio Arcivescovile per laici, ma aperto anche all'uso da parte dei seminaristi. Passeggiando tra la storia ci si imbatte in botteghe storiche, memoria viva del commercio cittadino, e in ristoranti tipici dove è possibile gustare la deliziosa cucina calabrese.

I bar, arredati con mobili d’epoca, offrono un’atmosfera senza tempo, invitando a fermarsi e assaporare ogni istante. Sul finire di Corso Telesio, si giunge al Ponte Mario Martire, dove si può ascoltare il dolce scroscio dei due fiumi, il Crati e il Busento, che si incontrano in questo suggestivo punto. Qui, a richiamare la leggenda c’è Alarico, re dei Visigoti, che si erge su un argine a monumento di arte contemporanea. La statua raffigura il re guerriero in piedi sul suo destriero, entrambi uniti da un destino di morte, come se emergessero dalle acque del fiume per custodire il loro segreto, vale a dire con il suo tesoro di ori e preziosi che continua a affascinare gli abitanti della città e i visitatori. Molti si cimentano in ipotesi riguardo alla posizione in cui potrebbe essere nascosto il leggendario Tesoro di Alarico e dunque storia e mito si intrecciano nella narrazione, dando vita a racconti affascinanti e opere d'arte che adornano il centro storico di Cosenza Vecchia. E da qui in poi un altro gioiello: la chiesa di San Domenico, risalente al XVI secolo, di particolare bellezza, ex monastero dei padri Domenicani, fino ad arrivare in Piazza dei Bruzi, cuore pulsante della città, sede del comune e custode dell'elmo arcaico dei Bruzi, una straordinaria scultura in bronzo situata al confine tra la zona vecchia e quella nuova, che segna l'inizio di Corso Mazzini, un importante viale che anima la vita cittadina. Durante le passeggiate per Cosenza, una varietà di ristorantini, osterie e antiche botteghe arricchiscono il panorama gastronomico della città. Qui, il profumo del cibo di strada ci invita a fermarci presso le friggitorie, dove si preparano delizie locali come i cuddurieddri, le vecchiareddre e le polpette di melanzane. Il "cuddruriaddro" fa parte dello street food cosentino e consiste in una ciambella (di patate, farina e lievito) fritta nell'olio. Nonostante il nome possa essere difficile da pronunciare, anche per gli stessi calabresi non originari di Cosenza, questo dolce è amato da tutti. Considerato un eccellente cibo da consumare in strada, la ciambella è famosa per i suoi profumi antichi che ricordano la cucina di casa e conserva decine di memorie gustative. È un'iconica pietanza "bruzia" che non può mancare durante le festività, come la vigilia dell'Immacolata e la Vigilia di Natale. Tuttavia, può essere gustata tutti i giorni e a ogni ora. Il profumo inebriante del buon cibo accompagna dunque da sempre le tavole dei cosentini, rendendolo irrinunciabile e parte integrante della tradizione culinaria locale.A Cosenza, dunque, l'antico e il moderno si intrecciano in un'esperienza unica, rendendo questa città una meta imperdibile per chi desidera scoprire le meraviglie nascoste del nostro patrimonio culturale. In tutti angoli di Cosenza, il tempo sembra scorrere in modo diverso, permettendoci di apprezzare la bellezza di un patrimonio culturale che merita di essere esplorato.