Museo Stibbert a Firenze: tra cavalieri, samurai, giardini romantici e antiquari dell’Ottocento
- Redazione
- 11 mag
- Tempo di lettura: 5 min
di Irene Emme
Scopri una villa fuori dal tempo tra armi da fuoco e armature medievali, guerrieri giapponesi e scimitarre, arredamento e collezioni ottocentesche, un parco con tempietti e specchi d’acqua. Una tappa insolita ma imperdibile!

Una meraviglia nascosta (che non ti aspetti)
Hai già spuntato dalla lista il Duomo, gli Uffizi e Ponte Vecchio? Perfetto. Ora è il momento di vedere uno dei luoghi segreti di Firenze, che solitamente sfugge ai classici itinerari: il Museo Stibbert, una villa da fiaba arroccata sulle colline di Montughi, dove il tempo sembra essersi fermato e ogni sala racconta una storia unica.
Ti avverto: non è il classico museo, ma una vera e propria avventura indietro nel tempo.

Frederick Stibbert (1838-1906): spirito da dandy e cuore da filantropo
Fu Giulia Stibbert, italiana e madre di Frederick Stibbert, ad acquistare la villa di Montughi nel 1849, pochi anni dopo la morte del marito Thomas, inglese, per poi trasferirsi lì con i tre figli (Frederick aveva due sorelle). L’intento era quello di proteggerli dai curiosi e dai possibili approfittatori, attratti dalla loro enorme eredità.
Ma da dove arrivava tutta questa ricchezza? Il nonno di Frederick e padre di Thomas, il generale Giles Stibbert, fece una carriera rapidissima nell’esercito della Compagnia delle Indie Orientali, al tempo in piena espansione coloniale in India. Tra battaglie, affari “laterali” e alleanze strategiche, accumulò un patrimonio colossale con metodi, però, non proprio trasparenti, come ammettono persino i documenti dell’epoca.
Da lì, quella che era una normale villa di campagna, cominciò lentamente a trasformarsi nel regno eclettico di Frederick, che invece di oziare tra tè e salotti, seppure fosse spesso visto nei circoli mondani, viaggiò in lungo e in largo raccogliendo tutto quello che a oggi si può vedere all’interno del museo.

Frederick iniziò a collezionare da giovanissimo, verso i 21 anni, quando cioè divenne ufficialmente proprietario della sua immensa eredità. Già durante gli studi in Inghilterra, a Cambridge, tra una lezione di fine arts e una fuga dalle rigide regole accademiche, scoprì infatti di nutrire una passione travolgente per il disegno, la storia del costume e le arti applicate.
Non prese mai un diploma, perché era troppo insofferente alla disciplina e infatti fu espulso da diverse scuole, ma iniziò a raccogliere oggetti d’arte che raccontavano storie: armature, stoffe, miniature, porcellane... E quelli che potevano sembrare capricci da nobile annoiato si trasformarono presto in una vera e propria missione culturale.
L’apertura ufficiale al pubblico del Museo Stibbert avvenne nel 1908, due anni dopo la morte di Frederick, grazie all’accettazione del lascito da parte del Comune di Firenze dopo che il Governo Britannico, primo destinatario indicato nel testamento, rinunciò all’eredità. Insomma, in un colpo solo Firenze guadagnò una villa-museo da favola e un patrimonio dall’inestimabile valore culturale: grazie, UK!
Cosa potrai vedere al museo Stibbert?
Sala della Malachite
Un tripudio di velluti cremisi, stucchi, lucernari in vetro e dipinti ovunque. Si tratta di quadri fiamminghi e italiani dal ‘400 al ‘700, appesi su più livelli come nelle antiche gallerie principesche; ma la vera star è lei, l’imponente tavola in malachite, acquistata da Frederick all’asta nel 1880. Non mancano poi le armature, trenta e passa pezzi autentici del Cinquecento, alcune da giostra, altre da parata, tutte decorate con incisioni e dorature da lasciare senza fiato.

Sale Islamiche
Archi a ferro di cavallo, scimitarre dalla lama sinuosa, calligrafie arabe, colori caldi, decorazioni geometriche e una penombra studiata a regola d’arte raccontano storie di sultani, battaglie nel deserto e artigiani dal talento sopraffino. Un viaggio tra Persia, Turchia e Nord Africa, dove la bellezza si fonde con la potenza.

Sale Giapponesi
Samurai in posa, tra katane affilatissime, elmi decorati con corna di cervo, draghi, libellule e corazze lavorate come opere d’arte. È una delle più grandi collezioni di armature giapponesi in Europa, che ti farà sembrare di essere in Giappone senza aver preso l’aereo (o una macchina del tempo).

Sala della Cavalcata
Un gruppo di cavalieri in armatura scintillante, a cavallo di destrieri riccamente bardati, avanza in silenzio sotto le volte maestose di una sala solenne, come se fossero usciti da una scena de Il Signore degli Anelli o da un film su Re Artù. Le armature, datate tra il XV e il XVII secolo, provengono da ogni angolo d’Europa: Italia, Germania, Francia, Inghilterra.

Vita quotidiana
Oltre alle armature, il Museo Stibbert regala anche un lato più intimo, quello della casa vissuta, dove Frederick Stibbert trascorreva le sue giornate: riceveva ospiti, leggeva, fantasticava nuovi allestimenti o si godeva la compagnia delle sue sorelle o di qualche amico.

I salotti storici sono arredati con mobili originali dell’Ottocento: divani e poltrone imbottiti, tappezzerie damascate, caminetti in marmo, tavolini in legno intarsiato, orologi da camino, specchi dorati e ritratti di famiglia che ci tengono d’occhio dalle pareti.

Le camere da letto presentano letti antichi e mobili intarsiati e ogni loro angolo riflette un gusto sofisticato, con porcellane delicate, tessuti pregiati e copriletti finemente ricamati.

E poi c’è lo studio, il rifugio intellettuale di Frederick: nonostante le dimensioni ridotte, contiene numerosi quadri di artisti di stile accademico a lui contemporanei. Poi spiccano una bella scrivania in radica, sulla quale sono appoggiate le fotografie di famiglia e due curiose poltrone ottocentesche costruite con palchi, zampe e pelle di daino.
E ancora libri d’arte e costume, disegni, mappe, piccoli oggetti raccolti durante i viaggi in tutto il mondo... È come sbirciare nella vita privata di un gentiluomo colto e bizzarro, che ha saputo trasformare la propria casa in un’opera d’arte.

Il parco
Scendi in giardino e preparati a perderti tra templi neoegizi ed ellenistici, finte rovine, logge veneziane, grotte, laghetti e macchie boscose: un luogo incantato ideale per scattare foto, per passeggiate o jogging lontano dal caos cittadino, oppure, se viaggi in coppia, per un romantico bacio al tramonto.

5 ottimi motivi per visitare il museo Stibbert
· Non è mai troppo affollato e si può respirare la vera Firenze, lontano dal turismo di massa.
· È un paradiso per appassionati di storia, arte, cinema e architettura.
· Ha un fascino da “casa delle meraviglie”: un mix unico di culture e periodi storici.
· Oltre agli adulti con spirito da esploratori, è adattissimo anche ai bambini.
· Ti regala una vista mozzafiato dall’alto su Firenze.
Informazioni pratiche
Dove si trova: via Federico Stibbert 26, 50134 Firenze (subito fuori dal centro di Firenze, nel quartiere di Rifredi).
Orari: lunedì, martedì e mercoledì, aperto dalle 10:00 alle 14:00; venerdì, sabato e domenica, aperto dalle 10:00 alle 18:00.
Costo del biglietto: intero, 10 euro.
Mi raccomando, per prezzi e orari consulta sempre il sito ufficiale:
Consiglio: scarpe comode! La villa è grande e il parco invita a camminare; e se ci vai d’estate vestiti molto leggero, perché all’interno fa davvero molto caldo (non c’è l’aria condizionata).
Per un break: The Garden Bar & Bistrot, direttamente all’interno del parco Stibbert.