Vetulonia: la città etrusca che scomparve per poi riemergere dalle nebbie della storia
- Silvia Assunti
- 18 ott
- Tempo di lettura: 5 min
di Silvia Assunti
Per secoli Vetulonia fu chiamata Colonna di Buriano e creduta perduta. Nell’Ottocento Isidoro Falchi, un medico appassionato di archeologia, ne riscoprì le tracce, restituendo alla Toscana uno dei suoi centri etruschi più importanti.

Vetulonia, un’Atlantide toscana
Tutti conoscono il mito di Atlantide, la celeberrima città sprofondata nelle acque oceaniche. Ancor oggi il
suo mito affascina sia studiosi di archeologia che gente comune e molte sono le teorie a riguardo.
Pochi, però, sanno che anche l’Italia ha avuto la sua “città perduta”: non nelle profondità marine, ma tra le colline maremmane.
Per secoli Vetulonia, una delle celebri città della Dodecapoli etrusca, era scomparsa dalle mappe e dalla memoria collettiva. Al suo posto una manciata di rovine incomprese e un nome completamente diverso: Colonna di Buriano.
Vetulonia, una potenza etrusca dimenticata
Vetulonia dominava il Lago Prile già nel IX secolo a.C. La sua posizione strategica sul Monte Ballone, a 300 metri sul livello del mare, le garantiva un controllo privilegiato sulle rotte commerciali tra costa Tirrenica ed entroterra. Autori antichi, da Dionigi di Alicarnasso a Plinio, fino a Silio Italico, la citano come una città potente e culturalmente influente.Secondo Silio Italico, da Vetulonia Roma avrebbe preso i fasci littori, la toga listrata e la sella curule, simboli del potere civile e militare.
Dopo secoli di prosperità etrusca e romana, però, la storia si fa incerta. Il nome cambia: da Vetulonia a Colonnata, poi a Colonna di Buriano. Nel 1332 Siena la conquista, ma il borgo ha già perso memoria della sua antica identità. Colonna diventa una piccola frazione di Castiglione della Pescaia, seguendo le sorti della Maremma medievale: malaria, spopolamento, silenzio.
Isidoro Falchi e la riscoperta di Vetulonia
Destinata a rimanere una città avvolta nelle nebbie del tempo, Vetulonia divenne l’Atlantide italiana. Fu solo durante gli scavi di Cerveteri (1840 circa) che riemerse un indizio inatteso: il basamento della statua dell’Imperatore Claudio raffigurante tre divinità che rappresentavano i tre popoli etruschi di Vulci, Tarquinia e Vetulonia. Quel nome dimenticato inciso sulla pietra riaccese la curiosità di Isidoro Falchi, medico appassionato di archeologia, che decise di esplorare Colonna di Buriano.
“[..] al Poggio di Colonna attratto da tre monete etrusche… e dagli avanzi di grande antichità… che ebbi a osservare mi parvero di tale mole, così vasti e meravigliosi, da richiamare il pensiero… alla celebre Vetulonia [...]”.
Anni di scavi eseguiti sotto la direzione di Isidoro Falchi portarono alla luce una parte della necropoli e delle antiche rovine della città. Il 22 luglio 1887 un Regio Decreto, firmato dall’allora re d’Italia Umberto I, restituisce ufficialmente al borgo l’antico nome di Vetulonia.
I sussurri delle tombe
La caratteristica più sorprendente di Vetulonia sono le sue tombe monumentali. Situate ai piedi della collina su cui sorge Vetulonia, le tombe si snodano lungo la Strada dei Sepolcri.
Alcune tra le tombe più importanti sono:
Tomba del Belvedere, risalente al VI secolo a.C., costituita da un vestibolo a pianta quadrata che dà accesso a tre celle.
Tomba della Pietrera, su due livelli, vi è stata rinvenuta l'iconica statua della Pietrera, uno dei primi esempi di scultura monumentale etrusca.
Tomba del Diavolino II e Tomba delle Fibule. Anche da queste tombe sono stati rinvenuti splendidi reperti tra cui monili d’oro, anch’essi visibili al museo cittadino.


Le rovine urbane di Vetulonia

Sulla strada che porta all’attuale borgo abitato di Vetulonia, sul lato sinistro, sorgono le antiche rovine della città.
Il sito archeologico è visitabile gratuitamente e l’addetto/a all'ingresso fornisce una breve panoramica sulla composizione del sito, sulle aree scavate e sulla storia di Vetulonia. Il percorso si snoda da Via Decumana dove è ben visibile il sistema fognario della città. Sono anche visibili le rovine di magazzini e case private. Sempre su Via Decumana si trovano i resti della Domus di Medea, chiamata così perché vi furono ritrovate ceramiche e terrecotte decorate con il mito di Medea, conservate presso il museo. Proseguendo su Via Ripida si trova la seconda Domus, la Domus dei Dolii, più grande delle altre residenze private che si trovano nelle vicinanze e lungo Via Decumana.
I resti delle monumentali Mura dell'Alce, costruite in origine per difendere la città, sono visibili - per una parte - nel centro abitato di Vetulonia.



Il Museo cittadino Isidoro Falchi
Situato in piazza Vatluna - l’antico nome etrusco di Vetulonia, il museo ospita la maggior parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi delle tombe e delle rovine etrusche. Sono presenti numerosi oggetti in ceramica, corredi funerari e statue di pregio, come le due statue rinvenute nella Domus dei Dolii.
Il museo ha ospitato anche una mostra di arte etrusca di estremo pregio con le quattro splendide lastre di terracotta dipinte recuperate dalla Guardia di Finanza a Cerveteri nel 2019. La prima tavola racconta il mito di Achille e Pentesilea. È una tavola molto particolare poiché il pittore ha scelto di raffigurare Pentesilea all'apice della sua gloria, poco prima che Achille la uccidesse. Pentesilea è dipinta senza paura, orgogliosa, serena e distaccata mentre impugna una spada insanguinata.La seconda lastra mostra un uomo con i capelli biondi e una donna con i capelli castani. L'uomo regge un ramo con foglie dorate mentre la ragazza tiene in mano un arco. Non è certo se il dipinto raffiguri due divinità (Apollo e sua sorella Artemide) o Atlante sfidata nella corsa dal suo futuro sposo Melanione.La terza è intitolata Il Giudizio di Paride: è parte di una serie più ampia di lastre, questa raffigura Hermes che precede Era, la prima in lizza per essere scelta tra le tre dee più belle. L'ultima lastra mostra due aruspici etruschi al lavoro.


Il museo è inclusivo permettendone la fruizione sia ai disabili motori che ai non vedenti grazie a guide podotattili, mappe audio tattili e reperti originali messi a disposizione per laboratori. Dal 2017 il personale museale, grazie a specifici corsi di formazione, è formato per accogliere visitatori affetti da Alzheimer, mentre dal 2020 è presente anche un’accoglienza dedicata per le persone con un disturbo dello spettro autistico.
Memoria e territorio oggi
Vetulonia non è solo un sito archeologico. È un archivio a cielo aperto che racconta come la storia possa sedimentarsi e sparire, per poi riemergere grazie alla tenacia di persone e comunità.Oggi il borgo e il territorio circostante mantengono un dialogo silenzioso con il passato: nei nomi delle strade, nei muretti di pietra, nelle campagne che circondano l’antico Lago Prile.Non serve cercare Atlantide negli oceani: a volte basta ascoltare le colline.
Per maggiori informazioni sul museo, le iniziative e il sito archeologico di Vetulonia clicca qui
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